Placebo Dances è una ricerca attorno al Piacere.
E’ un atlante aperto di pratiche, esercizi e danze post-pandemiche alla ricerca di stati di grazia, e di piacere.
Partendo dall’attenzione iniziale sul respiro che, guidato e addomesticato, permette ai corpi di scomporsi tra stati di estasi e abbandono, due capi opposti di una stessa tensione fisica ed emotiva, le Placebo Dances cercano posture scosse dal desiderio, che scompongano i corpi e li facciano vacillare.
Con le Placebo Dances si attraversano stati di presenza in uno spazio-tempo che richiede di rimettere in discussione il situarsi del nostro corpo, ed il suo stesso posizionamento nel mondo.
Si prestano dunque a diventare dispositivi relazionali aperti a diverse forme collettive di condivisione – performative, laboratoriali e comunitarie - per trovare una vicinanza dei corpi che renda erotico il nostro stare al mondo.
Idea
Flavia Zaganelli
sviluppo in collaborazione con Maria Durbà, Lucrezia Rosellini e comunità di persone e artistə che attraversano la ricerca.
Progetto vincitore di Boarding Pass Plus Dance 2023, bando per la mobilità di artisti italiani in collaborazione con Santarcangelo Festival e Moving in November Festival (Finland).
Supportato in residenza da Santarcangelo Festival, Liisa Pentii + Co Studio (Helsinki), Altes Finanzamt-Berlin (Queer kollektiv art space).
Workshops di ricerca e condivisone pratiche realizzati a GADA Playhouse (Firenze) e Paleotto11 (Bologna).
WAM_prime danze placebo, 1° laboratorio performativo nello spazio pubblico, è stato ospitato da Danza Urbana Festival (Bologna) nel settembre 2023.
RASSEGNA STAMPA
Il progetto è stato presentato in forma di prova aperta il 25 giugno 2024 al Festival Fuoriprogramma, Teatro Biblioteca Quarticciolo.
Un delicato vortice di energia di Sofia Zecchinelli
"...Sbatto le palpebre e il mio sguardo viene completamente catturato dai corpi delle tre danzatrici (oltre a Zaganelli Lucrezia Rosellini e Maria Durbà), che, poggiate dolcemente sul pavimento, avevano già librato il movimento circolare, ipnotico ed elegante dei loro bacini, che non mi avrebbe più lasciata, neanche al termine della performance. Le giovani donne sembrano sole in mezzo a noi mentre danzano attorno al focolare del proprio centro eroico principale. Un moto femminile e virile insieme: un’accoglienza intraprendente, una grazia provocante. Più i loro bacini disegnano movimenti liberi, più il mio sente il peso e le costrizioni di una società e di una cultura universali che forse continuano a temere tutto ciò..."